di Luca Muzzioli
BARI - La vigilia di Italia–Olanda non è un giorno come gli altri, per l'Italvolley dei bravi ragazzi di De Giorgi, è il primo anniversario del titolo iridato vinto in una magica serata nella Spodek Arena di Katowice, in Polonia.
“Ho recentemente rivisto un video, da brividi. Sembra ieri, è passato un anno. Sono però successi archiviati, vogliamo vincere ancora perché le sensazioni post vittoria durano poco, ma l'amaro di una sconfitta è sempre più lungo da digerire"
Alessandro Michieletto, 21 anni, parla da veterano per i contenuti, ma con la voce squillante di un ragazzino capace di trasmettere l'entusiasmo genuino per le cose che fa.
Figlio d'arte, è uno dei 36 pallavolisti italiani campioni del Mondo tra nazionale maschile e femminile. Cosa si ricorda di quella sera polacca?
“Tutto. Un mix di emozioni vivo. Ricordo che prima della finale si avvertiva una adrenalina diversa da tutte le altre partite, anche un po' quella sensazione, non ansia, che si ha quando ci si appresta a giocare una partita che si sa che può capitare poche volte nella carriera di un giocatore".
E alla fine di quella gara?
"Un'emozione unica, una gioia immensa. Diventare campioni del mondo non capita tutti i giorni. Se ci penso ora sono emozioni che tornano ad affiorare sulla pelle. E' però passato parecchio tempo, guardiamo avanti, vogliamo cercare di tornare a ripeterci a riprovare quelle emozioni altre volte".
E allora veniamo a questo Europeo che entra nel vivo, finalmente. Sino ad oggi è parso un torneo lungo, con tante partite scontate per l'eccessivo gap tecnico. Voi come l'avete vissuto?
"Portando il giusto rispetto per tutti non nego che le squadre partecipanti sono davvero tante. Capita così di affrontare anche squadre di diverso target tecnico di Paesi dove la pallavolo non è nemmeno professionistica. Noi però abbiamo un obiettivo ben definito, un traguardo talmente importante che non ci fa soffermare troppo su questi aspetti. Siano arrivati alle partite più belle, quelle che anche il pubblico nei palasport e a casa aspetta con maggior interesse. Anche noi non vediamo l'ora di giocarle".
Siamo alle strette finali. Le statistiche del torneo certificano che non siete qui per caso. Tra le squadre ancora in corsa avete il miglior attacco, il miglior servizio e la seconda miglior ricezione e il secondo miglior muro.
"Sappiamo che ci sono in corsa grandi squadre, al nostro livello. Ora la differenza la faranno i dettagli. Già con l'Olanda sarà una partita molto tirata, che può anche essere lunga, ma sento che siamo pronti anche a questo. Contro la Germania, nel girone, abbiamo affrontato anche questa eventualità. Una gara tosta in cui i tedeschi ci hanno temprato giocando veramente forte in battuta, a cui abbiamo risposto dettando il ritmo, poi ri-subito l'avversario, perso un set male e reagito vincendo al tie break. Abbiamo premuto tutti i tasti di una gara. Siamo pronti".
A Roma per la final four finale sarà un previsto Italia-Francia e Slovenia-Polonia?
"No, no. Prima c'è l'Olanda, un avversario con giocatori di livello come Abdel Aziz e altri, ragazzi che sanno fare la differenza in Superlega e anche altri campionati. Non dobbiamo pensare a Roma. Certo, inutile girarci attorno, il desiderio è quello di poter arrivare a giocare le partite nella nostra capitale, ma il quarto di finale è uno step da rispettare".
Alleggeriamo. Prima di entrare in campo fate un balletto tutti in cerchio da cui lei è il primo a uscire. Chi l'ha inventato? "Nulla di ché, nessun significato particolare. Abbiamo voluto cambiare l'ingresso ed è stata una scelta dello spogliatoio".
Per i più vecchi c'è stata la Generazione di Fenomeni. Lei, tra qualche anno, quale etichetta vorrebbe per questo gruppo? "Adesso è presto, la dovranno mettere altri, ma spero sarà bella".
Probabilmente sarà un qualcosa legato ai "bravi ragazzi di Fefé". A proposito, è felice di non vivere le polemiche e tensioni della femminile? "Sì, molto. Noi vogliano far parlare il campo, siamo ragazzi penso e spero belli da vedere in campo, ma anche fuori. Per come siamo sono certo ci saranno poche polemiche. Ci vogliamo bene come una famiglia"
Tant'è. "Domani (oggi, ndr) sarà anche il giorno di Anzani. Siamo tutti con lui, siamo pronti ad una video chiamata" ricorda Michieletto che non dimentica che oggi a Roma il centrale azzurro sosterrà la visita di idoneità al CONI dopo l'ablazione.