Estero | 16 aprile 2024, 16:50

Caso Russia: Karakurt urla, baci, rispetto, l'attacco omofobo di Godina, il dito medio di Goncharova... Scoppia il caos. La "morale" russa

Caso Russia: Karakurt urla, baci, rispetto, l'attacco omofobo di Godina, il dito medio di Goncharova...  Scoppia il caos. La "morale" russa

RUSSIA - La gara 5 della semifinale femminile del campionato russo tra il Lokomotiv Kaliningrad e la Dinamo Mosca ha generato una coda di polemiche e non solo, generate inizialmente dagli atteggiamenti di Ebrar Karakurt.

Tutto nasce dalle urla di Karakurt perpetrate nel corso della dopo l'ennesimo punto della sua squadra e la qualificazione del Kaliningrad che ha portato la russa Goncharova, capitana della Dinamo a indirizzare il gesto del dito medio verso l'opposta turca prima di lamentarsi a fine gara anche con l'arbitro.

Sottorete poi, a fine gara nel momento dei saluti, la brasiliana Natalia si è intrattenuta a lungo con Karakurt per parlarle e manifestarle il suo disagio per questi continui comportamenti di fatto ritenuti antisportivi e irrispettosi dell'avversario.

Il giorno dopo, ieri, sono arrivate le scuse della Dinamo Mosca e di Goncharova per il gesto del dito medio, ma contemporaneamente è stato annunciato un comunicato stampa della Dinamo Mosca, di cui è presidente l'ex giocatrice Gamova, a stigmatizzare gli atteggiamenti di Karkurt contrari alle leggi anti LGBT che vigono in Russia... Insomma l'asticella della contesa si alza e cambia anche obiettivo... 

Le prime scuse del club

"Il club di pallavolo femminile Dynamo Mosca e il capitano della squadra Natalia Goncharova offrono le loro scuse ufficiali ai tifosi e agli spettatori della trasmissione della quinta partita di semifinale della serie playoff della Super League, che si è svolta il 14 aprile a Mosca contro la Lokomotiv ( regione di Kaliningrad).

Ci rammarichiamo della mancanza di moderazione in risposta alle continue provocazioni da parte dei giocatori avversari durante tutta la serie di partite.

Successivamente verranno pubblicate informazioni dettagliate sul nostro sito web, dove verranno presentati episodi di comportamento antisportivo degli avversari".

A seguire sul sito della Dynamo Mosca - in una sezione curata dall'ex pallavolista Elena Godina - è stato però pubblicato un so lungo post dove sostanzialmente si "attaccano" gli atteggiamenti di Karakurt in chiave "LGBT"  intitolato “Smettila di tollerare questo”.

"La comunità LGBT* nella Federazione Russa è riconosciuta a livello legislativo come un’organizzazione estremista; è vietata la propaganda di questa deviazione dai valori tradizionali tra i giovani. Tuttavia, con nostra vergogna, le trasmissioni ravvicinate delle partite di pallavolo mostrano gesti mostruosi che imitano i rapporti sessuali compiuti dalle giocatrici della Lokomotiv, diretti verso le squadre avversarie, baci omosessuali sulle labbra e altre abominazioni.

Le palestre sono frequentate da un gran numero di famiglie con bambini, future generazioni di pallavolisti. Gli arbitri delle partite per tutta la stagione non hanno espresso nemmeno un solo commento per tale comportamento, che chiaramente si qualifica come impunità e permissività nel dimostrare totale disprezzo per la cultura e i valori morali del nostro Paese. Peggio ancora, tutto questo incontra l'approvazione dei compagni di squadra che si vestono con abiti satanici, mentre tre giocatrici del Lokomotiv crescono i propri figli!"

 

 

"Immagina che i tuoi figli siano accanto a qualcosa del genere nello stesso spogliatoio o nella stessa doccia. Vorresti che questi “rappresentanti” vedessero i tuoi figli cambiarsi d'abito dopo l'allenamento, toccarli con mano, fargli conoscere ciò di cui si vantano?"

 

"In un momento in cui le terre e il popolo russo sono sottoposti ai bombardamenti nemici (?quali, ndr), quando i migliori rappresentanti del Paese ci difendono con le armi in mano, medici, insegnanti, preti, lavoratori di tutte le professioni ad alta intensità di manodopera più complesse lavorano a beneficio dei nostri paese: fiorirà qui? Questo non accadrà mai! Ciò non può che causare condanna e disprezzo universali!” 

Redazione Volleyball.it

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