MODENA – Da Lignano Sabbiadoro a Civitanova Marche, con in mezzo una crescita costante che lo ha portato in pochi anni dal Trofeo delle Regioni alla conquista della Coppa Italia e alla chiamata della nazionale maggiore.
È la parabola di Mattia Boninfante, palleggiatore classe 2004 della Lube, che oggi guarda al passato per raccontare la forza formativa di quella manifestazione che inizia proprio oggi, e che per lui ha rappresentato un momento decisivo nel percorso giovanile.
"Il Trofeo delle Regioni l’ho giocato nel 2019, con il Veneto, a Lignano. Avevo solo sedici anni, ma per me fu la prima vera competizione di alto livello: ci spingemmo fino alla finale, e fu la prima volta che mi trovai in un contesto simile dopo anni senza finali nazionali", ricorda Mattia.
Giocava con una formula a doppio palleggiatore, come spesso accade nelle categorie giovanili, e la sua versatilità gli consentiva di agire anche in attacco. In panchina, Roberto Rotari: "Una bella esperienza anche per la qualità dell'organizzazione e perché si disputava vicino a casa". Ma più che i risultati, è l’atmosfera a rimanergli impressa.
"Era uno step fondamentale per un giovane: tante partite in pochi giorni, con un livello alto. Un’esperienza che ti insegna a stare in campo, a gestire pressioni e a confrontarti con i migliori. In quegli anni giocavo a Treviso, in un ambiente ideale per crescere", spiega. E da quel gruppo non è stato l’unico a intraprendere un percorso di rilievo: "C’era Nicola Mazzon, oggi in A3, ma anche Orioli e Porro, che ho rivisto poi in nazionale". Il ricordo più vivo? "Il tempo libero passato con i compagni: si giocava tanto, ma ci si divertiva anche molto fuori dalla palestra."
Ora, a 21 anni appena compiuti, Boninfante vive la pallavolo come un mestiere, studiando in parallelo all’università telematica: "Oggi la priorità è la pallavolo. Non è più un passatempo: è un lavoro a tutti gli effetti. Allenamenti, concentrazione, responsabilità. Ma mi piace, e ci credo. Allenare? Adesso non so. Ci penserò più avanti", sorride, consapevole di avere in casa un riferimento diretto: suo padre Dante, ex palleggiatore di alto livello, bronzo a Londra2012, oggi tecnico.
Nessuna esitazione nemmeno sull’importanza di vestire l’azzurro: "Già al primo europeo Under 18, nel 2020, ho sentito quanto sia speciale rappresentare l’Italia. Dopo la pandemia, fu proprio quell’appuntamento a segnare il mio primo passo da palleggiatore fisso in nazionale. Emozione e responsabilità, ma anche un grande orgoglio", racconta.
E se la stagione 2024/25 gli ha regalato la Coppa Italia e un ruolo da protagonista nei playoff con la Lube che in lui ha creduto, Boninfante guarda avanti con determinazione: "Forse non mi godo mai abbastanza quello che faccio, ma ho sempre l’ambizione di migliorare. Di fare di più."
All'alba dell’edizione 2025 del Trofeo delle Regioni, il suo messaggio ai giovani è semplice e diretto: "Godetevi ogni istante. È un’esperienza unica. Impegnatevi al massimo, divertitevi, ma fatelo sempre come squadra. È questo che fa la differenza."