MODENA – Quasi un anno dopo l’oro olimpico conquistato a Parigi, Gaia Giovannini torna a parlare con lucidità e orgoglio di un traguardo che ha cambiato la sua vita. Con la stessa semplicità con cui prendeva il treno da San Giovanni in Persiceto per andare ad allenarsi da ragazzina, oggi ripercorre emozioni, conquiste e nuovi obiettivi, consapevole che "forse tutto è appena cominciato". Nell’Italia “di maggio” di Velasco, tra test amichevoli e la prospettiva dei Mondiali, la schiacciatrice campionessa olimpica si racconta.
È passato quasi un anno dall’oro olimpico di Parigi. Cosa resta oggi di quella conquista?
"Penso che a distanza di quasi un anno, o comunque di diversi mesi, ho finalmente realizzato al cento per cento tutto quello che è successo. Mi emoziono ancora ogni volta che ci penso. È stato il mio sogno, il sogno di ogni atleta di alto livello. Sono davvero orgogliosa e soddisfatta del mio percorso e di ciò che abbiamo fatto come squadra: qualcosa di clamoroso."
C’è un’immagine in particolare che porti nel cuore?
"Ce ne sono tante, ma più di tutte quando, dopo la finale, abbiamo cantato l’inno insieme. Non tanto l’ultimo punto, ma quel momento lì mi ha fatto venire da piangere: una soddisfazione ed emozione indescrivibili."
Hai parlato di “missione”: è ancora così?
"Sì. Per me è come se fosse tutto appena iniziato. L’anno scorso non avevo mai fatto parte della nazionale, ed è arrivato subito l’oro olimpico. È il massimo, ma allo stesso tempo io sento di essere solo all’inizio. Ho obiettivi alti, spero di guadagnarmi la maglia azzurra anche quest’estate e negli anni a venire."
Ti guida di più la voglia di conferma o la scoperta dei tuoi nuovi limiti?
"Entrambe. Vorrei capire fino a dove posso arrivare, spingermi oltre quelli che oggi percepisco come i miei limiti."
Cosa hai portato a casa come persona, oltre che come atleta?
"Sicuramente una maggiore consapevolezza di me stessa, più fiducia. Forse prima mi mancava. L’estate scorsa e la stagione in cui ho giocato titolare nel mio club mi hanno dato tanto: esperienza, sicurezza e continuità."
Quanto è lontana la Gaia che prendeva il treno da San Giovanni in Persiceto per allenarsi?
"È lontana nel tempo, ma dentro di me sempre presente. Ho iniziato a giocare a 5-6 anni, e tutto quello che è successo mi ha un po’ sorpreso. Non posso parlare di sacrifici, perché ho fatto tutto con piacere, ma è stato un percorso lungo e pieno di soddisfazioni."
Il tuo è stato un percorso atipico: sei arrivata in nazionale senza passare dalle giovanili.
"Sì, non ho fatto parte delle nazionali giovanili e ammetto che un po’ mi sarebbe piaciuto. Ma ci sono state altre scelte, forse allora non ero pronta o all’altezza. Alla fine, però, ci sono arrivata."
Quando sei entrata in un gruppo pieno di stelle come Orro ed Egonu, ti sei mai sentita fuori posto?
"No, mi sono sempre goduta il momento. La prima volta che mi sono allenata con loro ero emozionata, ma anche serena. Poi mi sono detta: forse posso farcela anch’io. Ma dentro di me c’è sempre la consapevolezza che loro sono fortissime."
Hai mai perso la bussola dopo tutto quel successo?
"No, anzi. Tornare a casa è stato bellissimo. A San Giovanni in Persiceto mi hanno fatto una festa con il Comune, tanta gente… emozionante. Ma non mi monto la testa, resto con i piedi per terra."
Qual è il segreto per farlo?
"Rimanere umili. E avere nuovi obiettivi, perché per me è tutto appena cominciato."
Velasco ha detto: 'squadra che vince si cambia'. È uscita Caterina Bosetti nel tuo ruolo. Ti senti responsabilizzata?
"No, ci sono tante altre giocatrici di altissimo livello. Caterina è stata una figura fondamentale per la nazionale, io non mi reputo al suo livello. Vedremo quali saranno le scelte dell’allenatore."
Lo chiamate “coach” o “Julio”?
"Io lo chiamo Julio!"
Los Angeles 2028 è un obiettivo concreto?
"Sì, certo, ma non mi piace parlare troppo del futuro. Vado passo dopo passo. L’anno scorso per un periodo non ero stata chiamata, poi è arrivata la convocazione più importante. Nulla è scontato."
Quest’anno hai avuto le migliori statistiche della tua carriera. Ti senti più consapevole?
"Sì, ogni anno si cresce. Questa stagione è andata bene, anche grazie all’esperienza della scorsa estate. Mi sono allenata con un gruppo di alto livello e questo fa la differenza. Ma c’è ancora tanto da migliorare."