BERGAMO – "Quando ci ripenso, mi viene il magone". Così Stefano Micoli racconta, con amarezza e lucidità, l’incredibile beffa subita in Germania poche settimane prima dell’inizio del campionato. L’esperto tecnico italiano era stato scelto in estate dal club femminile del SC Potsdam, reduce dal quarto posto in Bundesliga e atteso al debutto nelle Coppe Europee. Un’avventura che prometteva prestigio, lavoro sul medio periodo (contratto biennale con opzione) e un ambiente ideale, a pochi passi dalla cornice affascinante della capitale Berlino. Ma tutto è svanito nel giro di pochi giorni.
“Avevo anche ricevuto altre offerte – racconta – ma ho scelto Potsdam perché credevo nella serietà tedesca. E invece ci siamo trovati tagliati fuori dalla Bundesliga a fine settembre. Un fulmine a ciel sereno, mentre stavamo giocando un torneo in Turchia.”
Il motivo? Problemi economici mai realmente chiariti: “Nel sito della Lega tedesca si faceva già riferimento a pendenze dalla stagione 2024/25. Noi dello staff non sapevamo nulla. Le voci sono iniziate a circolare, ma il comunicato ufficiale è arrivato solo dopo. Una settimana prima ci avevano addirittura chiesto di rinunciare ai bonus previsti nel contratto. Lo abbiamo fatto, ma non è servito a nulla.”
Eppure appena il 16 giugno, data dell'annuncio ufficiale, Eugen Benzel, amministratore delegato di SC Potsdam Sport & Marketing GmbH, entusiasta dell'ingaggio dell'italiano, diceva: "Il curriculum di Stefano Micoli la dice lunga. Porta con sé un'esperienza incredibile. Siamo convinti che sia in grado di costruire una nuova squadra e che il suo lavoro darà i suoi frutti nei prossimi anni".
L’impatto è stato devastante: squadra allestita, foto ufficiali fatte, calendario di amichevoli già in corso. “Eravamo appena tornati da un torneo in Turchia, tutto sembrava regolare. Poi ci è arrivato il messaggio dal direttore generale: la licenza per il campionato non era stata concessa.”
Micoli si è trovato così disoccupato, senza preavviso e senza possibilità immediate di ricollocazione. La maggior parte delle atlete ha trovato sistemazione in altri club, lui e il secondo allenatore – che non ha firmato la risoluzione – no. “Sto cercando un avvocato in Germania per valutare eventuali azioni legali. Ma non è semplice. Una class action non è possibile: le tesserate sono già svincolate.”
Il tecnico solleva anche una riflessione più ampia sul sistema tedesco e sulle tutele per allenatori e staff: “In Italia la deadline per le iscrizioni è a metà luglio, in Francia se non paghi vieni penalizzato. In Germania ci hanno detto che se facessero come in Italia resterebbero solo sei squadre. Peccato che alla fine a pagare siamo noi.”
Micoli resta alla finestra. Vive a Bergamo, si aggiorna, assiste ad allenamenti, cerca contatti. “Vorrei restare nel giro. Ho allenato in Italia, Polonia, Turchia, Romania. Una situazione così, però, non mi era mai capitata. Montavo pali, accendevo le luci, facevo da custode. Arrivato a quasi 60 anni con una certa carriera, fa male.”
Con amarezza, ma anche determinazione, il tecnico conclude con una battuta che è più di un messaggio: “L’Italia? Per certi aspetti si è evoluta, anche a livello organizzativo. Mi piacerebbe tornarci. Ma nel frattempo valuto anche l’estero, sperando che questa volta la scelta sia più fortunata.”