Superlega | 08 aprile 2025, 12:19

Superlega: L'analisi. Trento vince la battaglia dell’efficienza e della gestione, Piacenza paga gli errori non forzati

Filippo Vagli

Superlega: L'analisi. Trento vince la battaglia dell’efficienza e della gestione, Piacenza paga gli errori non forzati

MODENA - Nella gara 1 della semifinale playoff scudetto Trento ha conquistato un’importante vittoria contro Piacenza, chiudendo l'incontro con il punteggio di 3-2.

Una partita caratterizzata da un grande equilibrio, con i trentini che hanno messo a segno 114 punti complessivi contro i 110 degli emiliani. A dispetto del punteggio finale, Piacenza ha mostrato un'efficacia superiore sia in ricezione che in attacco. I ragazzi di coach Travica hanno fatto registrare una percentuale di ricezione positiva del 41% rispetto al 35% di Trento e una percentuale di efficacia in attacco del 53% contro il 51% dei dolomitici. Performance che hanno permesso ai biancorossi di gestire meglio la fase di sideout, con una percentuale di successo del 59% contro il 57% degli avversari.

Tuttavia, nonostante tali numeri, l’Itas ha saputo trovare le risorse necessarie per prevalere. Dove Trento ha fatto la differenza è stato nella fase break point. I trentini hanno lavorato meglio al servizio, mettendo a segno 10 punti dai nove metri a fronte di 19 errori, mentre Piacenza ha realizzato lo stesso numero di ace ma con un numero ben più alto di errori: 26.

Un altro aspetto che ha contribuito al successo di Trento è stato il gioco a muro. Con 8 muri vincenti contro i 6 di Piacenza, i trentini hanno saputo limitare le opzioni di attacco degli avversari nei momenti di maggiore pressione del match. Elementi, quelli legati a servizio e muro, che hanno consentito a Micheletto e compagni di ottenere un break point ogni 3,68 servizi, rispetto al punto ogni 3,83 battute degli avversari.

Tuttavia, il dato che ha pesato maggiormente sul risultato finale, è stato quello relativo alla gestione degli errori. Piacenza ha commesso ben 35 errori punto, contro i 25 di Trento. Divario che si è fatto sentire in modo particolare nel tiebreak, dove Trento, con una gestione più oculata, ha commesso solo 3 errori a fronte dei 7 di Piacenza. Aspetto quest’ultimo che ha permesso ai trentini di gestire meglio i momenti topici della gara, portandoli a vincere il set decisivo ai vantaggi.

La gestione tattica dei palleggiatori Sbertoli e Brizard è risultata piuttosto simile, ma con alcune differenze.  Sbertoli ha smistato i palloni in modo equilibrato (23% all’opposto, 18% in primo tempo e 59% distribuito tra i due posti quattro), mentre il campione olimpico francese ha mostrato una maggiore propensione nel gioco di primo tempo (22% contro il 18% di Sbertoli), alzando qualche pallone in meno sia al proprio opposto (21%) che ai propri posti quattro (57%).

 

In casa trentina, Michieletto è stato un punto di riferimento importante in attacco, con il 51% di palloni messi a terra su 37 tentativi. Tuttavia, la sua prestazione in ricezione non è stata particolarmente efficace, registrando solo il 29% di ricezioni positive. A differenza del suo compagno di reparto, Daniele Lavia, il quale ha dimostrato una maggiore solidità in ricezione con il 45% di positività, pur faticando maggiormente in attacco (36%). I centrali Kozamernik e Flavio hanno offerto un contributo fondamentale, entrambi sopra il 70% di efficacia in attacco, dimostrando la loro capacità di sfruttare le palle al centro ed essere un prezioso supporto per il palleggiatore.

Alla pari dell’opposto Kamil Rychlicki che con un ottimo 56% in attacco è stato una preziosa bocca da fuoco per la squadra di coach Fabio Soli anche se qualche errore era evitabile. Dall'altra parte della rete, Piacenza ha beneficiato di un attacco ben bilanciato tra i due schiacciatori ricevitori. Maar e Mandiraci hanno entrambi superato il 50% di positività in attacco, con Maar che ha registrato un buon 52% e Mandiraci un notevole 60%. Il centrale Simon ha avuto una performance super, con l’82% di efficacia in attacco, evidenziando la sua capacità di capitalizzare le opportunità e di essere un punto fermo nel sistema offensivo della proprio squadra. Al contrario, sia Romanò che Galassi hanno faticato a mettere a terra con continuità il pallone, con percentuali di attacco inferiori alle attese (36% e 50% rispettivamente), il che ha prodotto un impatto negativo sull'equilibrio dell'attacco emiliano.

Infine, il confronto tra i liberi ha visto Scanferla prevalere su Laurenzano in termini di ricezione positiva, con un 36% rispetto al 26%.

In sintesi, Trento ha potuto contare su un Michieletto in grande condizione soprattutto alla schiacciata, mentre Piacenza ha mostrato una maggiore varietà nel proprio sistema d’attacco grazie al contributo equilibrato dei suoi schiacciatori e alla solidità del centrale Simon. La vittoria di Trento non è solo il risultato di ottime prestazioni individuali ma una combinazione di strategia, gestione degli errori e capacità di capitalizzare al meglio le opportunità. Piacenza ha dimostrato di poter competere ad alti livelli, ma dovrà lavorare sulla propria gestione degli errori e sulla fase breakpoint se vorrà cercare di ribaltare la situazione nelle prossime gare.