MODENA - L’Itas Trentino ha dominato gara 1 della finale scudetto contro la Lube Civitanova con un netto 3-0 (25-20, 25-23, 25-21), imponendo la propria superiorità in quasi tutti i fondamentali e mostrando una maggiore solidità nei momenti chiave del match.
Civitanova ha prevalso solo al servizio, realizzando 7 ace contro i 2 di Trento e mantenendo un delta ace/errori meno negativo (-6 contro -8); tuttavia, questo vantaggio non si è tradotto in un dominio del gioco.
La differenza più marcata tra le due squadre è arrivata dall’attacco: Trento ha chiuso con un’efficacia del 52%, dieci punti percentuali in più rispetto al 42% di Civitanova. Un dato che evidenzia la capacità dei trentini di concretizzare le occasioni e di mantenere alta la pressione offensiva. Trento ha primeggiato anche a muro (11 contro 9 i muri vincenti), riuscendo spesso a imbrigliare l’attacco avversario nei momenti decisivi del match.
Inoltre, la gestione dell’errore dei dolomitici è stata più efficace: 15 errori punto contro i 20 di Civitanova, segnale di una maggiore attenzione e lucidità nei momenti chiave. In fase di cambio palla (sideout), Trento ha realizzato punto nel 62% delle ricezioni, contro il 55% di Civitanova.
In fase di break point, Trento ha capitalizzato il 30% delle azioni iniziate con il proprio servizio, contro il 23% della Lube grazie anche ad una capacità di contrattaccare a punto al 44% contro il 24% dei cucinieri. Numeri che testimoniano una superiorità costante dei ragazzi di Fabio Soli sia nella costruzione che nella finalizzazione delle azioni, con un margine del 7% in entrambe le fasi di gioco.
La ricezione si è dimostrata sostanzialmente equilibrata, con il 47% per Trento e il 44% per Lube.
Tuttavia, Trento ha saputo capitalizzare meglio le occasioni capacitategli, confermandosi più efficace nel cambio palla, nella gestione delle situazioni di difficoltà offrendo una prestazione solida e collettiva e dimostrato maggiore concretezza e lucidità nei momenti decisivi. La Lube ha mostrato qualità al servizio, ma ha pagato la minore efficacia in attacco, un maggior numero di errori e una gestione meno brillante delle fasi di cambio palla e break point.
Il regista trentino, Riccardo Sbertoli, ha mostrato grande varietà nella distribuzione del gioco utilizzando il gioco in primo tempo per il 24% delle alzate, il proprio opposto per il 21% dividendo il restante 54% ai posti quattro. Una distribuzione particolarmente equilibrata che ha reso l’attacco di Trento imprevedibile ed efficace.
I due principali terminali offensivi, Michieletto e Garcia, hanno avuto un rendimento molto elevato: Michieletto: 54% di efficacia in attacco, Garcia: 56%. Con il nazionale azzurro capace di distinguersi anche in seconda linea, con un ottimo 55% di ricezione positiva. Di altissimo livello da questo punto di vista anche la prova del libero Laurenzano, il quale ha garantito solidità alla propria seconda linea con il 54% di ricezione positiva.
Dall’altra parte della rete il regista dei marchigiani, Mattia Boninfante, ha impostato il gioco in modo meno vario rispetto a Sbertoli utilizzano i propri centrali solo nel 18% delle alzate, concedendo molto gioco sia all’opposto (37%) che ai posti quattro 45%, con particolare attenzione a Nikolov. Scelta che ha reso l’attacco di Civitanova più prevedibile e meno efficace, soprattutto perché gli attaccanti laterali non sono riusciti a superare il 50% di efficacia: Nikolov: 46%, Lagumdzija: 39%, Bottolo: 30%. Una regia più equilibrata e maggiormente imprevedibile quella di Sbertoli, che ha saputo valorizzare sia i centrali che i laterali, trovando sempre soluzioni efficaci e mettendo in difficoltà il muro avversaria a differenza di Civitanova che ha sofferto una distribuzione troppo sbilanciata sugli attaccanti laterali, che a loro volta non hanno risposto con percentuali d’attacco sufficienti per impensierire il muro e la difesa di Trento.
Inoltre, la differenza in ricezione (Michieletto e Laurenzano sopra il 54% di positività) ha ulteriormente favorito la fluidità del gioco di Trento, a differenza della Lube che non ha avuto la stessa qualità nei fondamentali di seconda linea.