Superlega | 09 dicembre 2025, 13:01

Intervista: Righi "Il volley italiano fa scuola nel mondo, ma servono misure strutturali"

Redazione Volleyball.it

Il presidente della Lega Pallavolo Serie A si racconta: diritti TV, rapporto con la politica, investimenti, Middle East, riforma del lavoro sportivo e futuro della SuperLega

Massimo Righi

Massimo Righi

MODENA - Nei giorni scorsi Sport e Finanza ha intervistato a tutto tondo Massimo Righi presidente della Lega Pallavolo serie A, da 25 anni alla guida dell'associazione attraverso ruoli diversi. Ne è uscito un quadro completo di quello che è la pallavolo di oggi, le sue dinamiche, problemi e potenzialità, uno sguardo al presente ma tanto anche sul futuro. 

"La Lega è solida, ma per competere serve correre più degli altri"

Il bilancio consuntivo 2024/25 è stato approvato all’unanimità: un dato che, secondo Righi, certifica la buona salute economica della Lega.

"La nostra è una struttura solida, anche patrimonialmente — spiega — e due terzi delle risorse vengono reinvestite in servizi, premi e promozione. Ma non basta stare in equilibrio: dobbiamo crescere, perché i competitor non sono solo gli altri sport, ma tutto ciò che intercetta l’intrattenimento".

Riforma del lavoro sportivo: "Serve stabilità, non bonus temporanei"

Al centro della discussione con governo e federazioni c’è la riforma del lavoro sportivo, che ha introdotto regole più chiare ma anche criticità operative per i club. Righi individua due urgenze: superamento del meccanismo IRAP, che oggi fa perdere completamente l’esenzione agli atleti che superano gli 85.000 euro annui; estensione della flat tax ai collaboratori sportivi, in linea con quanto previsto per le partite IVA.

"Non chiediamo aiuti — avverte — ma strumenti strutturali. Un credito d’imposta sulle sponsorizzazioni, sul modello di cinema ed editoria, darebbe stabilità e programmazione. Chiediamo regole certe, non interventi-tampone".

Diritti televisivi: "L’accordo con Volleyball World è un ponte verso nuovi mercati"

La strategia mediale della Lega si articola su tre canali: Rai, DAZN e VBTV, la piattaforma globale di Volleyball World. "Siamo al secondo anno di un accordo decennale — ricorda Righi — che non riguarda solo la distribuzione delle immagini, ma apre possibilità di sviluppo in Giappone, India, Cina, Stati Uniti e Canada". Mercati in cui il volley sta crescendo e dove la Lega italiana viene considerata un riferimento tecnico, gestionale e organizzativo.

Biglietteria e ricavi: "Basta biglietti troppo economici"

Nel percorso verso una maggiore sostenibilità economica il ticketing rappresenta, secondo Righi, un’area ancora sottoutilizzata. "Dobbiamo abbandonare l’idea che il volley dal vivo debba costare poco. Molti club tengono prezzi troppo bassi. Volleyball World ci aveva proposto di gestire la biglietteria acquistandola in toto, ma crediamo di avere margini di crescita diretta. È un fronte su cui investiremo".

Betting: «Serve una quota delle scommesse alle leghe sportive»

Il presidente affronta uno dei temi più discussi: la distribuzione dei ricavi generati dalle scommesse. "Oggi incassiamo solo dai diritti video degli operatori, ma non un euro dalle giocate sulle nostre partite. Insieme al ministro Abodi stiamo lavorando a un modello che preveda una percentuale del volume complessivo delle scommesse da redistribuire alle leghe coinvolte, come avviene già in altri Paesi. Una parte andrebbe allo sport di base e alla lotta alla ludopatia, il resto ai campionati. È una riforma semplice sulla carta, ma è complicato sottrarre anche solo l’1% a chi oggi lo incassa".

Medio Oriente: «Dubai e Riad in corsa per ospitare eventi della nostra Lega»

Il successo del volley italiano ha acceso l’interesse del Medio Oriente. "C’è un derby tra Stati del Golfo per portare un nostro evento — rivela Righi —. Ci sono stati contatti con Arabia Saudita e Emirati, e il mercato è molto attento alla pallavolo italiana".

Sponsor: «Siamo cresciuti insieme, senza rincorse né rilanci forzati»

Con Del Monte e Credem la Lega ha instaurato partnership longeve e modellate nel tempo. "Non ci limitiamo a dare visibilità — chiarisce — ma costruiamo attività su misura: eventi B2B, progetti social, coinvolgimento diretto. Ogni rinnovo è cresciuto in valore senza mai cannibalizzare gli sponsor".

Il progetto delle 20 squadre: "Due conference per valorizzare il talento italiano"

Righi ribadisce la volontà di portare la SuperLega da 12 a 20 club, suddivisi in conference, per un campionato più dinamico e concentrato. "L’obiettivo non è aumentare le squadre, ma avere 20 società solide, in grado di formare 10-12 italiani di alto livello. Oggi tra SuperLega e A2 ne contiamo almeno 16. Con una buona serpentina di ranking si manterrebbe l’equilibrio, anche senza un calendario in cui tutti affrontano tutti".

La Supercoppa in Arabia: "È stato un errore, e ho presentato le dimissioni"

La mancata disputa della Supercoppa a Dammam ha generato una crisi istituzionale. "Il partner non ha rispettato gli impegni, e ci siamo ritrovati in mezzo a un cambio di governance in Arabia. È stato un danno di immagine e avevo messo a disposizione le mie dimissioni. Ora la trattativa è passata al fondo sovrano PIF e il ministro dello sport vuole a tutti i costi portare l’evento nel Paese. In gioco c’è un contratto quinquennale multimilionario".

Impiantistica: "Il sistema è vecchio e difficilmente adattabile: servono strumenti finanziari per costruire"

Il capitolo più critico resta quello degli impianti. "Sono strutture vecchie, poco funzionali, spesso impossibili da ristrutturare. Funziona solo dove i club ottengono gestioni lunghe — come Monza, Modena, Trento e Verona — perché possono investire in store, hospitality, servizi. Ma costruire palazzetti da 8-10 mila posti è fuori portata per i comuni. Ci sono proprietà solide disposte a realizzarli, ma servono mutui agevolati, piani di investimento, norme pensate anche per i palazzetti e non solo per gli stadi".