KIEV (Ucraina) - Il presidente della Federazione ucraina di pallavolo, Mykhailo Melnyk, ha commentato a Sport.ua la decisione del Consiglio di amministrazione FIVB di riammettere parzialmente atleti russi e bielorussi nelle competizioni internazionali giovanili. Una scelta che Kiev definisce prevedibile ma non per questo meno grave.
Secondo Melnyk, la decisione della Federazione internazionale era nell’aria: “Abbiamo capito che, dopo l'odiosa decisione del Comitato Olimpico Internazionale, ammettere i rappresentanti dei paesi aggressori alle competizioni di pallavolo era solo questione di tempo”. Il presidente ricorda come la Federazione ucraina avesse anticipato le mosse della FIVB avviando confronti con le federazioni alleate: “Non stiamo indugiando e non stiamo perdendo tempo. Vorrei ricordarvi che abbiamo sollevato la questione della squalifica di russi e bielorussi il giorno dopo l'inizio della guerra su vasta scala, il 25 febbraio 2022”.
Melnyk sottolinea di non illudersi sull’efficacia di un ricorso formale: “Presenteremo una dichiarazione alla FIVB, ma comprendiamo che le possibilità che abbia effetto sono scarse. Non è un segreto che i russi esercitino influenza sulla maggior parte delle 202 federazioni nazionali affiliate alla FIVB attraverso incentivi finanziari”. Per questo motivo ritiene che il dissenso europeo, da solo, avrebbe un impatto limitato.
Diverso il peso della CEV, che riunisce 54 federazioni: “C'è un buon esempio nel calcio. Quando la UEFA tentò di legalizzare privatamente i russi, 15 federazioni dichiararono che non avrebbero permesso di giocare contro di loro. La cosa funzionò”. L’Ucraina può già contare sul sostegno di Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, con contatti in corso con altri Paesi. Melnyk evidenzia anche l’impegno diplomatico dell’Estonia, ricordando il ruolo del suo presidente federale, nonché ministro della Difesa, Hanno Pevkur, impegnato in colloqui con le federazioni scandinave.
Parallelamente, Kiev sta valutando anche misure drastiche qualora la riammissione fosse confermata: “Non escludiamo alcuna iniziativa, dal ritiro dalla competizione a gesti dimostrativi di protesta. Sappiamo che saltando la competizione potremmo perdere la nostra attuale posizione in classifica. In tal caso, dovremmo ricominciare da zero. Ma se riterremo opportuno, la prenderemo”.
Una posizione dura, che conferma la ferma opposizione dell’Ucraina a qualsiasi forma di reintegro delle nazioni considerate “aggressori”, anche a livello giovanile.











