A1 femminile | 14 aprile 2023, 18:41

L'addio di Ituma. La nostra Julia. "Storia è come un attacco contro muro 3". "L'azzurro un onore, il mito Egonu, il numero 19, empatica..."

La nostra intervista del 20 febbraio 2019 al Centro Pavesi. I primi passi con la divisa del Club Italia

L'addio di Ituma. La nostra Julia. "Storia è come un attacco contro muro 3". "L'azzurro un onore, il mito Egonu, il numero 19, empatica..."

MODENA - Il 20 febbraio 2019 al Centro Pavesi ho avuto il privilegio di intervistare e ascoltare tutte le atlete dell'allora Club Italia. Tra queste c'era una giovanissima Julia Ituma, 14 anni, il cui video non andò mai online perché per questioni tecniche l'audio andò peggiorando e non ritenni di pubblicarla.
Questo è il ritratto che ne uscì, il disegno di una allora quattordicenne di belle speranze con le idee chiare e la voglia di un un grande futuro davanti. 
Spero mi scuserete per la qualità dell'audio. 

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Ciao Julia,
quando sei nata? “L'8 ottobre del 2004”
Segno zodiacale: “Bilancia”
Numero di maglia preferito? “Il 5 però me l'hanno rubato e quindi adesso è 19 numero” 
Il numero di scarpe? “47”
Segni particolari? Piercing, Tatuaggi, altro? “Nulla”
Pregi e difetti? “Un pregio è che credo di essere abbastanza empatica, invece uno dei difetti è che sono un po' disordinata e mi arrabbio facilmente”.
Studi? “Adesso frequento il primo anno del Liceo Scientifico e credo che studierò medicina più avanti, forse”.
La materia più ostica, simile a un muro a tre avversario? “Storia, sicuramente”
Una materia facile come un attacco senza muro? “Chimica”.
Perché la pallavolo? “Perché ho fatto per troppi anni nuoto e a un certo punto avevo bisogno di cambiare e avendo il vicino casa una palestra ho iniziato a giocare a pallavolo”.
Che cosa è per te ora la pallavolo? “Per me, adesso, penso sia un hobby, un modo per investire i miei giornate. Credo che diventerà invece un lavoro perché passerò tutti i giorni proprio in palestra”.
Quando hai iniziato? Ho iniziato in prima media. Giocavo in Under 14, poi sono passata all'Under 16, all'Under 18, fino alla seconda divisione. Giocavo in un Oratorio, dove gioco anche adesso... Il mio primo allenatore era Luca, si chiamava Luca”.
Il tuo colpo migliore? “Adesso l'attacco in diagonale, non troppo lungo perché ancora non lo so fare”.
Il tuo colpo in cui devi ancora migliorare? “Difesa e ricezione”
Parliamo dell'esperienza del Club Italia, che cosa è per te essere qui? “E' un enorme onore, perché se guardo le mie compagne, oppure quelle della nazionale maggiore, oppure penso a tutte quelle persone della mia età che adesso vorrebbero essere al mio posto, questo è sicuramente un onore. Perciò sì, sono veramente felice di essere qui”.
Tra scuola e palestra la giornata è abbastanza piena... Cosa fai nel tempo libero? Televisione?
No, la tv non la guardo più di tanto però ascolto molta musica”.
Social? “Instagram, ce l'ho, Facebook home profilo, ma non lo uso”.
Nella pallavolo atleti di riferimento per cui diresti voglio diventare come... “Sicuramente Paola Egonu. La guardo e penso a tutto il tempo che ha investito in palestra, tutti i posti da cui è passata, nonostante non sia neanche tanto grande e perciò se proprio dovessi scegliere qualcuno, in cui poi potrai trovarmi, sicuramente lei”.
La maglia azzurra è? “Anche lì un onore. Una responsabilità anche, perché comunque rappresento tutte le persone della metà che in questo momento stanno giocando e giocheranno. Anche un sogno perché fino adesso non l'ho ancora indossata”.
Europei, Mondiali e Olimpiadi... Traguardi o sogni? “L'Europeo è un sogno che credo sia anche abbastanza vicino, il mondiale è ancora tra qualche anno mentre la nazionale, quella assoluta, oppure le Olimpiadi mi sembrano quasi impossibili”.
Sei giovanissima, hai solo 14 anni, come ti vedi tra 10 anni? “Credo che starò ancora studiando e forse avrò cambiato squadra. Giocherò con gente nuova e starò facendo una nuova esperienza”.
In un giorno lontano, quando avrai smesso con la pallavolo, cosa speri di aver vissuto?
“Vorrei aver fatto la mia carriera, essere arrivata nel punto più alto. E poi vabbè, si vedrà”.
Ti ringrazio molto.
“Grazie a te”

Luca Muzzioli