Superlega | 03 giugno 2023, 14:39

Piacenza: Scanferla verso il 5° anno biancorosso. Ex attaccante nel calcio, Papi come esempio

Piacenza: Scanferla verso il 5° anno biancorosso. Ex attaccante nel calcio, Papi come esempio

PIACENZA - Confermatissimo, per Leonardo Scanferla la maglia di Gas Sales Bluenergy Volley Piacenza è di fatto la sua seconda pelle.

Arrivato alla corte della presidente Elisabetta Curti nell’estate 2019 quando la squadra era stata promossa in SuperLega, vanta già quattro stagioni in biancorosso con 150 gare giocate. E in biancorosso il libero, nato a Padova nel dicembre 1998, Campione del mondo con la nazionale azzurra, ci resterà almeno fino al 2026.

Scanferla, padovano di nascita, piacentino d’adozione. “Mi sento piacentino, qui mi trovo molto bene e ci sto bene. Questa società è diventata per me come una famiglia, mi ha fatto crescere, ha puntato su di me quando anni fa nessuno mi conosceva e la sua fiducia la sento. Questo mi fa giocare spensierato e tranquillo e poi questa è una società ambiziosa e rispecchia in pieno il mio carattere, anch’io sono ambizioso”.

Una Coppa Italia vinta, una medaglia d’oro ai Mondiali lo scorso anno con la maglia azzurra… “Peccato per una finale scudetto solo sfiorata, io sono molto ambizioso e ho sempre voglia di imparare e soprattutto vincere. Il mio obiettivo è crescere anno dopo anno, l’obiettivo della società è il medesimo e sinceramene credo che entrambi ci stiamo riuscendo nonostante qualche difficoltà”.

Alla pallavolo ci sei arrivato tardi, come mai? “Ho iniziato a giocare a pallavolo quando avevo 14 anni, è uno sport che insegna tanto. Venivo dal mondo del calcio dove le regole e l’approccio sono ben diversi, grazie alla pallavolo sono cresciuto anche dal punto di vista umano. È vero, in dieci anni ho bruciato le tappe, il cambio dal calcio alla pallavolo non è stato dei più facili ma grazie alla tenacia, costanza e al credere in quello che facevo e faccio mi ha portato a dei risultati che neppure potevo immaginare dieci anni fa”.

Leonardo Scanferla bambino. “Fare sport è stata la mia fortuna perché per apprendere regole è necessario praticare sport. Ti aiuta anche a livello di relazioni con altri”.

Se non avessi giocato a pallavolo? “Ho fatto le superiori e a Padova ho frequentato la scuola Leonardo da Vinci dove ho ottenuto il diploma di operatore sociosanitario. Ho scelto una scuola non troppo impegnativa per poter passare più tempo possibile in palestra e poi sinceramente studiare non mi piaceva più di tanto. Si avrei fatto l’operatore sociosanitario, mi piace condividere qualcosa con la gente”.

Cosa vorresti nel tuo futuro? “A livello sportivo partecipare alle Olimpiadi, credo che sia il sogno di ogni atleta. A livello personale creare una famiglia, avere dei figli. Con Martina ci conosciamo da due anni e mezzo, conviviamo da un anno, al massimo tra un paio di anni abbiamo intenzione di sposarci. Si, mi piacciono i bambini, non so se sarò un bravo papà ma visto che con i ragazzini ho un buon feeling direi di sì. La mia fortuna è essere insieme ad una ragazza molto brava, Martina sa come prendermi, io sono una testa calda, sa come spronarmi quando è necessario, anche lei giocava e di pallavolo sa qualcosa”.

Testa calda? “Diciamo che sono una persona parecchio vivace anche se in questi ultimi anni sono migliorato tanto sotto questo aspetto. Anni fa ero molto impegnativo da gestire, ringrazio i miei allenatori che hanno avuto sempre molta pazienza”.

Leonardo Scanferla casalingo. “A dire il vero arrivo a casa e trovo il piatto pronto e la casa pulita. Io faccio poco, cerco di dare una mano, voglio solo ringraziare Martina, fa quasi tutto lei”.

Il rapporto con tua mamma Donatella tua grande tifosa? “Mi segue sempre, mi ha seguito anche nelle gare con la nazionale, è una presenza importante per me, è di grande supporto, è sempre stata una mamma che ha fatto molti chilometri per seguire il figlio anche quando giocavo a calcio”.

I tuoi trascorsi da calciatore. “Giocavo come attaccante, punta centrale e me la cavavo bene. Ho giocato nel settore giovanile del Padova e del Cittadella, mi divertivo ma non era quello che volevo, ad un certo punto quel mondo non mi è più piaciuto, genitori che volevano intromettersi in tutto, non mi sentivo più a mio agio. E sono passato alla pallavolo, il mio sogno era diventare un giocatore come Samuele Papi, ho sempre ammirato il suo bagher, l’ho conosciuto in nazionale e avere qualche consiglio da lui è stato molto utile”.

 

Redazione Volleyball.it