POLONIA – “Tutti dicevano che saremmo arrivati fino a un certo punto, ma noi abbiamo dimostrato che i limiti esistono solo nella testa. Abbiamo vinto scommettendo su chi non aveva mai giocato una semifinale”. Così Massimo Botti, allenatore italiano campione di Polonia con lo il Luk Lublin, al termine della finale.
“Il livello di fisicità espresso da questa squadra è stato altissimo. Quando l’abbiamo costruita, sapevamo di avere grandi qualità ma anche alcuni limiti, su cui abbiamo lavorato duramente” – ha spiegato il tecnico.
"Il mio ‘segreto’? Credere in loro anche quando le cose andavano male. Credere in loro (si parla di Kewin Sasak e Mikołaj Słotarski citati dall'intervistatore polacco, ndr) sapendo che sono comunque bravi, sapevo il loro potenziali, ci ho creduto e cu ho lavorato e quando le cose non andavano bene ci ho creduto ancor di più, lavorandoci maggiormente".
Fondamentale l’impatto di Wilfredo León: “Ci ha fatto credere che potessimo arrivare fino in fondo a vincere qualcosa di importante. Ha esperienza, carisma, ha trascinato un gruppo in cui nessuno aveva mai giocato una semifinale. È stato l’elemento che ci ha impedito di accontentarci”.
"Vincere contro le favorite? Il segreto è giocare meglio delle avversarie. I favori? Nessuno conosceva McCarthy, Grozdanov non aveva mai giocato partite del genere, Komenda finora non era esploso, Kevin e Sawicki erano scommesse. Le abbiamo vinte tutte”.