Superlega | 13 maggio 2025, 00:11

Trento: Soli racconta il suo scudetto: “Abbiamo vinto ritrovando fiducia. Michieletto, Laurenzano e un gruppo che ha scelto di risalire insieme”

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Fabio Soli

Fabio Soli

TRENTO - Nell’ultima puntata di After Hours – La SuperLega di notte, il tecnico dell’Itas Trentino Fabio Soli ha condiviso emozioni, retroscena e riflessioni di una stagione trionfale. Un’annata che, tra fatiche, dubbi e rilanci, ha portato Trento a cucirsi sul petto il sesto scudetto della sua storia, il primo per l’allenatore modenese.

Soli ha offerto un ritratto autentico di un gruppo che ha saputo risalire da un momento di crisi profonda, passando dalla delusione europea al trionfo in una Finale Scudetto che, parole sue, “si è decisa su tre punti di Michieletto”.

“Siamo usciti da una buca, con qualche dubbio e stanchezza – ha raccontato Solici siamo chiesti se stavamo davvero dando tutto. Il periodo tra l’eliminazione in Cev Cup e i quarti contro Cisterna è stato il più duro. Poi la serie con Piacenza ci ha ridato slancio. In Finale, quei tre punti di Michieletto sono stati decisivi: senza quel break, forse sarebbe finita come Gara 2”.

A proposito di Laurenzano, Soli non ha dubbi: “Ha fatto un salto enorme, anche grazie alla Nazionale. È cambiato mentalmente. Michieletto e Lavia si fidano ciecamente di lui, e questo lo ha responsabilizzato. Aveva bisogno di dare struttura al suo talento, e oggi è cresciuto tantissimo”.

Su Michieletto, invece, l’analisi è profonda: “Ha un talento incredibile, non ha punti deboli veri. Il suo peso maggiore è la responsabilità: soffre quando non riesce a incidere per la squadra. Ma quest’anno ha imparato ad accettare anche i momenti ‘normali’. È questa la sua vera evoluzione”.

Un elogio sincero è andato alla Lube e a Giampaolo Medei: “La loro battuta è stata devastante, ce lo aspettavamo ma ci ha messi ancora più in difficoltà. E poi la coesione nel cambio palla: merito anche di Giampaolo. Boninfante ha sorpreso tutti, è giovane ma ha una gestione del centro rete da veterano”.

Infine, Soli ha sottolineato la sua idea di leadership: “Che io abbia il cuore gonfio di gratitudine e voglia bene ai miei giocatori è fuori di dubbio, che io sia loro amico assolutamente no. Sono un compagno di percorso. Condivido con loro idee e osservazioni, mai con imposizioni. Credo che la condivisione sia l’unica strada per far crescere atleti di questo livello. Non si può imporre nulla a chi ha un talento così straordinario”.