Redazione Volleyball.it
MANILA (Filippine) – Tornato in campo dopo l’infortunio alla caviglia che aveva fatto temere il peggio, Yuri Romanò ha risposto presente all’esordio mondiale dell’Italia con l’Algeria, contribuendo con energia e determinazione al 3-0 con cui gli azzurri hanno aperto la rassegna iridata nelle Filippine.
"È stato un infortunio abbastanza leggero, che paradossalmente mi ha permesso anche di riposare un po’", ha raccontato l’opposto azzurro. "Poi ho recuperato bene, adesso sto bene. Anche la squadra sta bene, e si è visto. Era importante pensare al nostro gioco, concentrarci sul nostro campo, e lo abbiamo fatto. Forse ci siamo un po’ complicati il secondo set, ma siamo stati bravi a rimettere le cose in ordine".
Il contesto emotivo della prima gara si è fatto sentire, anche dopo un lungo periodo di attesa: "Eravamo qui già da tanti giorni, prima in Giappone e poi a Manila. È un Mondiale molto lungo, e l’avvicinamento alla prima partita è stato lento. Quando siamo entrati in campo ho sentito qualcuno urlare “finalmente”, e lo capisco. C’era tanta voglia di cominciare".
Anche se il livello dell’avversario non era dei più alti, Romanò sottolinea come ogni sfida debba essere affrontata con attenzione: "Contro di noi tutte le squadre danno il massimo, ed è giusto così. Ci sarà sempre qualcosa da sistemare, e anche oggi Fefé ci ha richiamato su alcuni dettagli, come il muro-difesa e i pallonetti".
Romanò non si tira indietro nemmeno davanti ai rimproveri costruttivi del CT: "Soprattutto sui miei pallonetti, ha ragione. Me lo ripete spesso, e oggi quando me l’ha detto ho cominciato a prenderli, quindi adesso continuerà a dirmelo ancora di più! Ma è giusto così: serve attenzione anche in partite come questa".
