ROMA - Un momento che racconta più di mille parole: gli azzurri seduti a tavola, finalmente davanti a un piatto di spaghetti, una bottiglia di birra Moretti e il sorriso disteso di chi ha scritto la storia.
Al centro della tavola, quasi fosse un commensale in più, la seconda Coppa del Mondo.
Nessuna celebrazione solenne, nessuna distanza: solo la normalità più autentica, l’italianità che si ritrova in un pranzo semplice, condiviso, con il trofeo a ricordare che sì, l’Italia è di nuovo campione del mondo.