SOFIA (Bulgaria) - L’allenatore della nazionale maschile della Bulgaria, Gianlorenzo Blengini, è stato ospite nello studio del programma di Sportal.bg Block Out dopo lo straordinario successo ai Mondiali di Manila, dove la squadra ha conquistato la medaglia d’argento.
Parlando con il conduttore Ivaylo Banchev, il tecnico italiano ha raccontato che non dimenticherà mai l’emozione dell’accoglienza ricevuta al ritorno in Bulgaria e l’affetto dimostrato dai tifosi.
"È stato assolutamente incredibile, inaspettato. Prima del ritorno avevamo solo una vaga idea dell’impatto che avevamo avuto sulle persone, ma quell’amore spontaneo di tutti in piazza non lo dimenticheremo mai", ha detto Blengini.
Alla domanda se avesse mai vissuto qualcosa di simile con la Lube o con la nazionale italiana, l’allenatore ha risposto: "Ogni medaglia porta con sé emozioni particolari, perché è frutto di tanto lavoro, aspettative e alla fine soddisfazione per aver raggiunto l’obiettivo. Certo, una medaglia d’argento olimpica è anch’essa un grande risultato e l’ho vissuto con i miei colleghi. Ma quello che stiamo vivendo qui, questo amore popolare, è incredibile".
Durante il Mondiale Blengini ha ricevuto il soprannome di “Kiko Hawk-Eye” per le sue ottime intuizioni nelle situazioni controverse. "Ci sono stati momenti chiave con richieste di video check, soprattutto nella partita con la Slovenia, e sono felice che il mio giudizio non mi abbia tradito. Persino il secondo arbitro – italiano – dopo la gara mi ha ringraziato per aver visto bene l’azione. Anche stando in panchina ricevo informazioni: Moni Nikolov legge molto bene le situazioni e spesso ha ragione", ha sottolineato.
Sul sentirsi più bulgaro dopo due anni di lavoro: "Posso dire con certezza che mi sento molto più bulgaro rispetto alla prima volta che sono stato ospite in questo studio. Guidare la nazionale della Bulgaria è qualcosa di speciale e per me è importante che anche i giocatori comprendano cosa significhi far parte di tutto questo".
Blengini ha parlato anche dei sacrifici fatti per il successo: "È stato difficile stare lontano da mia moglie e da mia figlia, ma i veri sacrifici li hanno fatti i giocatori e il mio staff. Sono orgoglioso di avere uno staff eccellente, composto da professionisti straordinari. Ringrazio la Federazione bulgara di pallavolo per le condizioni messe a disposizione e il team manager Stefan Cholakov".
Ora l’attenzione è rivolta al ritorno nei club: "Spero che in questi giorni i ragazzi riescano a staccare un po’, perché presto dovranno rientrare nei loro campionati. Le aspettative nei loro confronti cresceranno, essendo vicecampioni del mondo, così come quelle dei tifosi in vista dell’Europeo. Per questo dobbiamo mantenere umiltà e non cambiare il nostro modo di lavorare. Nessuno vedrà più la Bulgaria come outsider, sarà più difficile ottenere questi risultati, ma se ci riusciremo sarà ancora più dolce. Dobbiamo restare concentrati e proteggere i ragazzi dalle influenze negative".
Sul confronto con l’Italia nella finale mondiale, Blengini ha aggiunto: "C’è qualcosa di speciale nel fatto che la nostra prima partita estiva sia stata contro l’Italia e che l’abbiamo chiusa di nuovo contro di loro. È inevitabile provare un sentimento particolare, non solo perché ho allenato l’Italia per tanti anni, ma anche perché molti giocatori hanno debuttato con me e abbiamo un legame forte. Forse nelle ore prima della finale riaffiorano certi pensieri, ma li scaccio subito: conta solo la mia squadra. Sono italiano e amo il mio Paese, ma sono anche molto legato alla Bulgaria e questo non cambia il mio forte desiderio di vincere".
Infine, la ricetta per raggiungere Italia e le altre grandi potenze: "Con tanto lavoro. Ma non deve essere solo quello con la nazionale. I giocatori devono crescere anche a livello di club. L’Italia produce tanti atleti e ha, secondo molti, il campionato più forte. Paesi come Italia e Polonia possono schierare due squadre competitive. Per questo vogliamo che i bulgari giochino in club sempre più forti, perché l’estate da sola non basta per ottenere successi. L’auto-miglioramento sarà la chiave per raggiungere le migliori squadre".