MODENA – La Superlega (ma anche l'A1 femminile) è ripartita di lunedì, con palazzetti non sempre pieni e molti tifosi impossibilitati a sostenere la propria squadra per impegni lavorativi.
Una scelta obbligata, quella dello slittamento, a causa dell’imposizione della FIVB di uno stop di quattro settimane dopo il termine del Mondiale per i giocatori impegnati con le Nazionali. Una decisione che non è piaciuta ai club, né agli atleti. Tra loro c’è anche Simone Anzani, centrale della Valsa Group Modena e membro della commissione atleti della federazione mondiale, che non ha nascosto la sua perplessità sull’intera vicenda.
"Non vorrei commentare troppo – ha spiegato – ma di certo non eravamo in vacanza dopo il Mondiale. Giocare di domenica o lunedì non avrebbe fatto alcuna differenza reale, ma si è voluto essere pignoli, e questo ha penalizzato i club e i tifosi". Anzani ha portato l’esempio di Milano: "Non c’era la nostra curva, i tifosi ci hanno scritto che ci sarebbero stati con il cuore, ma per motivi di lavoro non potevano esserci fisicamente. Questo è un danno per tutto il movimento".
Un tema che si intreccia con un’altra battaglia che il centrale porta avanti da tempo: quella per la riforma del calendario internazionale. "È un’ipocrisia che denuncio da anni: il calendario estivo è massacrante per noi atleti. Lo dimostrano anche i tanti infortuni in più rispetto al passato. E anche per i club non è giusto avere una stagione così compressa, soprattutto in termini di visibilità e ritorno per gli sponsor".
Sull’origine della norma delle quattro settimane, Anzani preferisce non sbilanciarsi: "Sono appena entrato nella commissione atleti, ci sono dinamiche interne che conosco ancora poco. Ma di certo, queste decisioni non partono dagli atleti stessi".











