MODENA – Dopo l’oro mondiale conquistato con l’Italia, Yuri Romanò ha raccontato a Eurosport alcuni retroscena che legano la sua vigilia iridata al calcio e alla sua grande passione per l’Inter.
L’opposto azzurro ha infatti rivelato: "La pazzia più recente è stata la sera prima dell’esordio. A mezzanotte c’era Juventus-Inter e ho dovuto scegliere cosa fare. Alla fine sono rimasto sveglio fino alle due per guardare la partita, incazzandomi alla fine e prendendo sonno anche molto dopo. Poi però l’esordio è andato bene, quindi si può dire". Un dettaglio curioso, che intreccia il percorso verso il trionfo azzurro nelle Filippine con il mondo nerazzurro, seguito in diretta poche ore prima del debutto iridato.
Sul peso della battuta e sugli ace realizzati in finale contro la Bulgaria, Romanò ha spiegato: "Sono momenti in cui non penso troppo. Quando il set si gioca punto a punto e arrivo al servizio nei momenti decisivi, mi piace proprio. Non è che penso molto, arrivo e tiro più forte che posso. Quando tiri così forte, almeno io, tiro a caso: dove va va. Se riesci a tenere la palla in campo fai sempre male. Si allena tantissimo perché adesso la battuta è fondamentale nella pallavolo ed è l’unico fondamentale che non è di squadra".
Il Mondiale vinto è il punto più alto della sua carriera: "Meglio il Triplete o il Mondiale? Ovviamente il Mondiale, perché è un traguardo personale. Per quanto ami l’Inter scelgo sempre questo".
Infine, Romanò ha ricordato i momenti chiave del torneo: "Il clic è arrivato dopo la partita con il Belgio. Nelle prime due gare non avevamo giocato molto fluidi, questo ci ha messo sull’attenti. Dagli ottavi in poi siamo stati incredibili, stavo per dire ingiocabili ma… Da quando sono arrivate le partite dentro/fuori abbiamo messo in campo una mentalità cattiva".