Il palazzetto si chiama ancora Palasport Giuseppe Panini, ma del suo volto, della sua storia, non c’è più traccia nella sua parte più visibile. Una delle pareti dell’atrio principale – che fino a qualche tempo fa ospitava le immagini del fondatore della Panini Modena – oggi mostra tutt’altro.
E' bene dire che le fotografie di Giuseppe Panini, l’imprenditore visionario che ha dato vita all’impero delle figurine e soprattutto a uno dei club più gloriosi della pallavolo italiana, sono sparite da più di un anno, rimosse e sostituite da una gigantografia del palazzetto gremito durante un sold out.
Solo in questi giorni molti se ne sono accorti, probabilmente perché quell’immagine del Palapanini pieno (foto sopra) è stata a sua volta sostituita da una fotografia della squadra attuale del Modena Volley (foto sotto), una formazione che ha vissuto una stagione avara di soddisfazioni: settima in regular season, fuori dalle coppe europee, distante dal cuore dei tifosi che, tra l'altro, si sono ridotti a vista d'occhio.
Se già la sostituzione dell’immagine del fondatore con una foto generica dell’impianto gremito era discutibile, almeno quella rappresentazione conservava il senso del luogo, evocava la passione e il legame con il pubblico modenese. Oggi, invece, campeggia un’immagine che stride ancor più forte: quella di una squadra che, a giudizio diffuso, non ha lasciato nulla di memorabile.
La scelta di sostituire Giuseppe Panini – simbolo, memoria, identità – con la squadra di quest’anno ha suscitato reazioni indignate non solo tra i tifosi, ma anche tra ex glorie del club come Luca Cantagalli, che sui social - con l'educazione e i tono pacati che lo contraddistingiuono - hanno espresso il proprio rammarico. Per molti, questa operazione è più di una svista grafica: è una rimozione simbolica, un gesto che racconta la distanza crescente tra la società attuale e la storia profonda del club.
È vero che nel palasport rimangono le fotografie delle imprese storiche della pallavolo modenese, ma non possono sostituire (o compensare) il volto di chi tutto questo lo ha creato. E se proprio si voleva affiggere un’immagine evocativa, non sarebbe stato più logico e rispettoso scegliere una squadra iconica della Panini Modena, come quella di Velasco? Quella sì che resta nel cuore collettivo.
Il silenzio della proprietà di fronte a questa polemica, come già accaduto in altre occasioni, non fa che amplificare la sensazione di un club chiuso su sé stesso, sempre più distante dalla città e dalla sua gente.
Il Palapanini non è un’arena qualsiasi: è (forse era) il tempio della pallavolo italiana. E Giuseppe Panini non è un nome da relegare a una targa o a un archivio. È l’origine di tutto. Cancellarne l’immagine, per sostituirla con quella che rappresenta questa proprietà e una stagione da dimenticare, è un gesto che fa rumore, che divide, che ferisce.
Il paragone con Giuseppe Panini è davvero così ingombrante per l’attuale proprietà, da spingerla a cancellarne progressivamente l’immagine? Se così fosse, sarebbe il segno più evidente che questa dirigenza non solo non conosce il passato, ma che forse non comprende (o non è interessata a comprenderlo) nemmeno la realtà in cui si muove.