ROMA - Nei giorni scorsi la FIPAV, tramite l’Area Tecnica Sportiva, ha diffuso alle Leghe e ai Comitati territoriali una precisazione interpretativa destinata a incidere in modo diretto sulla gestione della battuta e sul comportamento del giocatore al servizio.
Il chiarimento nasce dall’applicazione della Regola 7.4 (momento del lancio della palla al servizio) e dal richiamo alla Regola 20.2 sul fair play, alla luce della nuova normativa FIVB sulla battuta, che aveva creato un vuoto regolamentare sfruttabile in modo antisportivo.
La FIPAV stabilisce che: il momento del lancio della palla da parte del giocatore al servizio definisce l’istante in cui la squadra in ricezione può iniziare a muoversi e cambiare posizione.
Interrompere volontariamente la rincorsa o simulare il servizio con l’obiettivo di indurre la squadra avversaria a commettere fallo di posizione è un comportamento contrario ai principi di fair play.
Alla prima occorrenza, per ciascuna squadra nel corso della partita, l’arbitro deve intervenire con un richiamo verbale (tramite il capitano o il capitano in campo), senza assegnare fallo di posizione alla squadra in ricezione.
La reiterazione del comportamento viene invece qualificata come lieve condotta scorretta ai sensi della Regola 21.1, con applicazione delle sanzioni disciplinari previste (cartellino).
In ogni caso, il fallo di posizione della squadra in ricezione non deve essere sanzionato se provocato da questa condotta.
In sostanza, la “finta di servizio” non è più tollerata: non produce vantaggi regolamentari e, se reiterata, diventa sanzionabile come comportamento antisportivo.
Il senso della precisazione: chiuso un “buco” di fair play
La Federazione ha volutamente scelto una soluzione interpretativa e correttiva, non punitiva immediata, per sanare un effetto collaterale della nuova regola FIVB sulla battuta. L’obiettivo è chiaro: impedire che un gesto tecnico venga usato per ingannare l’avversario sul piano regolamentare, snaturando lo spirito del gioco.
I casi concreti: Karakurt, Micelli e il dibattito internazionale
La precisazione arriva anche per evitare il ripetersi di episodi come quello che ha fatto discutere in Europa, quando Ebrar Karakurt ha utilizzato la finta di servizio nel tie break sul 14-7 contro il Beşiktaş di Lorenzo Micelli.
Un gesto che il tecnico italiano aveva definito antisportivo, criticandolo pubblicamente anche via social, sottolineando come quel tipo di comportamento non appartenesse allo spirito della pallavolo.
Il tema ha avuto eco anche fuori dall’Europa: la centrale brasiliana Thaisa, intervistata in una trasmissione televisiva in Brasile, aveva espresso una posizione analoga, definendo la finta di servizio un comportamento scorretto, pur se formalmente possibile prima della chiarificazione regolamentare.










