Comunichescion | 25 settembre 2023, 15:27

Parigi2024 val bene una rivoluzione. Velasco e il puzzle perfetto

Il ciclo Mazzanti è giunto al capolinea. I risultati mancati e la mancata qualificazione olimpica hanno "risolto" gli ultimi dubbi per la panchina azzurra. Resta però un doveroso e necessario rispetto dell'uomo e gli ori di VNL ed Europeo, oltre all'argento mondiale del 2018

Parigi2024 val bene una rivoluzione. Velasco e il puzzle perfetto

di Luca Muzzioli

In un mondo dove le persone sono portate al cielo dopo un successo (Europeo e VNL), ma azzannate quando ferite dopo una stagione negativa, ribadisco che Davide Mazzanti per me è una brava persona, mi ha sempre dato questa percezione. E lo resta anche ora, nel disgraziato post 2023.

La premessa è d'obbligo perché è lecito criticare le scelte del Ct, scelte di giocatrici, scelte formazioni, scelte di programmazione perché in Italia siamo tutti tecnici da Bar (soprattutto nel dopo), quello che non è lecito è criticare la persona e sui social la seconda deriva è inflazionata. Sia su di lui che sulle ragazze.

Detto ciò si chiude questo 2023 con un Ct azzurro che mi è apparso confuso nelle scelte, nelle dichiarazioni, nelle decisioni e, probabilmente, in tutto ciò per nulla aiutato dallo staff. C'è da voltare pagina, in toto.

Credo infatti che il cammino di Davide Mazzanti in azzurro si sia esaurito perché se i risultati non arrivano in più di una competizione alla fine chi paga è sempre e solo uno, l'allenatore. Ma, soprattutto, credo che il cammino di Ct azzurro di Mazzanti sia finito perché le sue scelte ci hanno fatto affrontare i momenti topici di questa stagione senza la miglior squadra che il movimento pallavolistico femminile  ha prodotto in questi ultimi anni complicandoci così il futuro più immediato.

Scelte che sono apparse anche contraddittorie. Ne ho già parlato qui, quando ho scritto di un Pre-Olimpico "Egonu-Free". Da Egonu a Bosetti, dalle parole sullo spirito della VNL per poi relegare giovani prospetti al ruolo di secondo libero per utilizzare Parrocchiale come ricettore perché la seconda linea traballa. Fino alla precedente esclusione di De Gennaro. Con coperta corta in diversi reparti.

E c'è una connessione diretta tra i mancati risultati e le scelte. Davide è stato chiaro, si viene giudicati dai risultati. E' stato, quello, un suo passo d'addio. Non diretto, non esplicito, perché è umanamente difficile dire grazie e arrivederci, perché queste vicende vanno risolte anche sotto l'aspetto contrattuale e richiedono formalità e parole, anche scritte, da dare in pasto all'opinione pubblica. Perché resta il dato che nessuno può dimenticare, nonostante la delusione odierna, ovvero che due anni fa con lo stesso Davide di oggi l'Italia ha vinto un Europeo e quell'oro resta, così come l'oro in VNL e le due medaglie mondiali seppur la prima sembrasse un risultato da decollo mentre la seconda un grande crash. Servono quindi il giusto tempo e i giusti modi.

A metà ottobre, nel prossimo consiglio federale, arriverà la decisione sul futuro azzurro. Un futuro che sembra incredibilmente già scritto e che porta il nome di Julio Velasco. L'unico "su piazza" che ha le caratteristiche giuste per prendere in mano questa situazione rovente e avere il carisma giusto per rimettere tutte e tutti in riga (anche i media). Offrendo alla Fipav - grazie al suo carisma - un argine contro tutto e tutti e, contemporaneamente, mettendo la squadra spalle al muro, riservandosi anche la chance di riconvocare la squadra da zero, senza preconcetti o ostacoli di sorta. Julio Velasco potrebbe chiamare chi desidera perché sarebbe un capitolo nuovo. Il tutto per una situazione di emergenza da maggio a metà agosto. Poi si vedrà.

Tutto all-in, tutti uniti, in un "governo di unità nazionale" della pallavolo. Velasco sarebbe il nostro Andreotti III, leader da maggioranza assoluta con astensione dei critici in un accordo da compromesso storico per Parigi2024.

Chi tra le ragazze avrebbe da ridire "contro" Velasco? Sarebbe isolata, sola e probabilmente nemmeno ascoltata perché Julio è Julio, anche a 71 anni, anche dopo un solo anno alla femminile (perché a maggio avrà solo una stagione di A1 femminile alle spalle) resta per tutti Velasco.

Quello che per me resta incredibile è come Julio Velasco sia così capace di leggere le situazioni. Spaventa, ed è allo stesso tempo affascinante e invidiabile, pensare che abbia interrotto il suo rapporto con la Federazione sulle attività giovanili (una volontà che credo reciproca al termine di un percorso vincente) per tornare ad allenare in un club, per la sua prima volta femminile, (con tanto di clausola di interruzione del rapporto in caso di una eventuale chiamata in azzurra); una squadra ringiovanita e di prospettiva che quindi potrebbe (auguro di no a lui, a Busto e a patron Pirola) chiudere la stagione in tempi ragionevoli (non una semifinale o finale play off per intenderci) per eventualmente essere così pronto dal giorno dopo, a vestire i panni di Ct e preparare la VNL che servirà per consolidare il ranking e permetterci di andare ai Giochi di Parigi.

Poi ci sono altri tasselli come l'allenare una squadra vicina a quella Milano che ha la diagonale Orro-Egonu, quella che potrebbe essere l'asse portante della sua Italia; o l'aver già parlato con Egonu andata in palestra a Busto per abbracciare amiche e amici.

Che ha in Bernardi, uno che ha fatto crescere nel club e in azzurro, il tecnico di Bosetti e Chirichella... Che ha in Barbolini a Scandicci, con Antropova, il suo vice degli anni d'oro a Modena.

E' un puzzle perfetto, pensare che ci sia chi lo può aver disegnato e pensato fa quasi rabbrividire per la capacità di leggere lontano... Resta il puzzle perfetto per Parigi2024. 

 

Luca Muzzioli

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