CIVITANOVA - Nel corso della trentaduesima puntata di After Hours – La SuperLega di notte, trasmessa in diretta sui canali social della Lega Pallavolo Serie A, Giovanni Gargiulo, centrale della Cucine Lube Civitanova, ha tracciato un bilancio della stagione biancorossa. L’atleta campano ha parlato di Finale Scudetto, di compagni di reparto, della sua esperienza all’estero e della crescita collettiva di un gruppo che, partito senza grandi aspettative, è arrivato a giocarsi i titoli più importanti del volley italiano.
"Il fattore campo nelle finali si fa sentire tantissimo – ha detto Gargiulo –. Se vinci il primo set e sei in casa, il pubblico ti trascina, ti dà una grossa mano. In ogni sport giocare in casa aiuta, figuriamoci in una Finale Scudetto. I tre 3-0 di questa serie con Trento lo dimostrano".
Sulla difficoltà di leggere il gioco avversario, ha sottolineato un aspetto che riguarda il collega Sbertoli: "Cambia spesso stile, studia tantissimo i centrali avversari, si comporta di conseguenza. È difficile da leggere, ti sorprende sempre".
Poi un salto indietro nella sua esperienza francese: "Dopo Taranto sono stato a Lille. È stato bello uscire dall’Italia e interfacciarmi con un altro campionato. Lo consiglio, è una crescita".
E quando gli viene chiesto come si mura Michieletto, sorride: "Preghi. Cerchi il tocco più che il muro pieno".
Ma è sulla stagione della Lube che il suo orgoglio viene fuori più chiaramente: "È stata un’annata che nessuno si aspettava. Se a inizio stagione mi avessero detto che saremmo arrivati terzi in Regular Season, vinto la Coppa Italia e giocato la Finale Scudetto, ci avrei messo la firma. Il gruppo è un mix perfetto tra chi vuole emergere, chi vuole riconfermarsi e chi è già al top. Giocare con Podrascanin e Chinenyeze è un’opportunità enorme. Podra non ha più nulla da dimostrare, ma spinge sempre in allenamento. Chinenyeze ha vinto tanto con la Nazionale, ma in Italia cercava un trofeo. E per me è la prima grande occasione".
Infine, il segreto del feeling con l’ambiente biancorosso: "Mi trovo nel miglior contesto possibile. Alla Lube nessuno ci ha mai detto che dovevamo vincere. Lavorare in un ambiente del genere, senza pressioni, fa tutta la differenza del mondo".