NINGBO (Cina) - L’Italia maschile chiude la fase preliminare della Volleyball Nations League 2025 con 10 vittorie e 2 sconfitte su 12 partite. Un bilancio molto positivo, che evidenzia una squadra solida e ambiziosa, ma che ha ancora margini di crescita per competere al massimo livello.
Con 784 punti realizzati contro 691 subiti, gli azzurri hanno confermato una struttura equilibrata, fatta di attacco potente, buona distribuzione tra i ruoli e una difesa in netta evoluzione. Ma non tutto è stato perfetto: ci sono ancora aspetti da affinare, come la battuta, la continuità in ricezione e la gestione dei finali.
Attacco: varietà e incisività, soprattutto dal centro
L’attacco dell’Italia è stato tra i più efficaci della VNL, con 48.3% di successo e un’efficienza netta di 0.358. Una delle note più liete è l’impatto del reparto centrali, guidato da Gargiulo (foto), che con 92 punti in 80.9% dei set giocati, è stato il miglior realizzatore in assoluto tra i posti3 dell’intero torneo preliminare.
Accanto a lui, anche Galassi (47 punti, eff. 0.614) e Anzani (45 punti) hanno garantito continuità e concretezza. Con questi tre nomi, l’Italia ha potuto sfruttare a pieno il gioco al centro, sia in primo tempo che in transizione. I numeri lo confermano: i centrali azzurri hanno segnato più punti degli opposti in diverse partite.
Anche la distribuzione sulle bande è stata ampia: Michieletto (117 punti) e Porro (85) sono i principali terminali, seguiti da Lavia (53) e Bottolo (56). Il dato interessante è che nessun giocatore ha accentrato il gioco su di sé: la manovra offensiva è risultata bilanciata e imprevedibile, un punto di forza evidente.
Palleggio e costruzione: Giannelli regista assoluto
Giannelli (foto), in campo nell’83% dei set (39 su 47), ha diretto il gioco con la sua consueta visione e qualità. L’Italia ha mostrato maggiore fluidità con lui in regia, valorizzando soprattutto i centrali e gli attacchi rapidi. Anche Sbertoli ha avuto spazio (12 set), ma con un impatto meno brillante, spesso chiamato a gestire fasi di rotazione più complesse o di rincorsa.
L’intesa tra Giannelli e i centrali è stata un tratto distintivo: Gargiulo, Galassi e Anzani sono stati spesso serviti anche in situazioni fuori sistema, a conferma di un sistema d’attacco moderno e collaudato.
Difesa e ricezione: affidabili, ma con alti e bassi
La fase difensiva ha mostrato buoni segnali, ma anche qualche fragilità. Il dato sulle difese riuscite al 73.9% è ottimo, ma la ricezione perfetta al 59.9% è indicativa: spesso gli azzurri hanno ricostruito su ricezioni non ideali, con conseguente calo nella qualità dell’attacco.
Balaso e Laurenzano (foto) sono stati i principali interpreti della seconda linea, con il supporto stabile di Michieletto, Lavia e Porro in ricezione. In alcune partite, contro battute molto spin o float insidiose, la squadra ha faticato a mantenere un livello costante di controllo.
Il servizio: arma offensiva, ma sprecona
L’Italia ha adottato un approccio chiaro al servizio: massima aggressività. Tuttavia, il 17% di errori in battuta (186 su 1091 tentativi) è un dato che incide negativamente. Il rapporto ace/errori non è sempre favorevole: solo il 6.7% dei servizi sono diventati ace, mentre il 36.1% hanno prodotto punti complessivi.
Sebbene il servizio abbia messo in difficoltà gli avversari, soprattutto con Romano (foto), Michieletto, Porro e Rychlicki, resta evidente che una maggior disciplina al servizio sarà essenziale nelle fasi a eliminazione diretta, dove gli errori pesano di più.
Il muro: buona presenza, ma con spazi di crescita
Con 121 muri punto e una percentuale di tocchi utili del 35%, il muro italiano si è comportato bene, ma non ha dominato. I centrali – in particolare Galassi (foto) e Gargiulo – sono stati i più efficaci, ma si nota un certo calo di incisività nel contributo murario da parte delle bande e degli opposti.
Il dato percentuale dei tocchi a muro è buono, segno che il muro riesce spesso a rallentare l’attacco avversario, ma convertire questi tocchi in break point resta un aspetto da migliorare.
Mentalità e gestione dei momenti chiave: lucida, ma non impeccabile
L’Italia ha dimostrato buona solidità nei momenti decisivi, ma non sempre è riuscita a chiudere con freddezza. Le due sconfitte subite mostrano che, nei finali di set, qualcosa può ancora sfuggire: errori in battuta, scelte offensive affrettate, o rotazioni meno efficaci possono compromettere l’inerzia del gioco.
In più occasioni, la squadra ha avuto bisogno di più di un match point per chiudere la gara, segnale che c’è ancora lavoro da fare sulla gestione delle pressioni.
Cosa funziona...
Punti di forza:
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Attacco vario e ben distribuito tra centrali e bande
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Palleggio solido con Giannelli e buon gioco al centro
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Difesa compatta e muratori efficaci nelle letture
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Profondità del roster: tanti protagonisti credibili
Aree critiche:
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Alto numero di errori al servizio
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Ricezione perfetta non sempre affidabile
Conclusione
L’Italia maschile di De Giorgi (in foto con Meoni) arriva alle fasi finali della VNL 2025 con ambizione, profondità e un'identità tecnica solida. Il contributo eccezionale dei centrali – in particolare Gargiulo – ha rappresentato un vero valore aggiunto, offrendo varietà e sicurezza in attacco.
Ma per competere fino in fondo contro le big mondiali, servirà più precisione al servizio, maggior consistenza in ricezione e una migliore conversione dei punti in fase break.
Con questi aggiustamenti, gli azzurri possono diventare una delle squadre più complete del torneo. E, forse, giocarsi la vittoria fino all’ultimo pallone.