VNL Maschile | 01 agosto 2025, 15:46

VNL: Soli e c. sognano lo sgambetto agli azzurri.... Tutti i numeri della nazionale di Lubiana

Luca Muzzioli

Slovenia, una squadra solida che cerca il salto di qualità nella VNL 2025. Domani alle 9 sarà l'avversaria dell'Italia nella prima semifinale del torneo

VNL: Soli e c. sognano lo sgambetto agli azzurri.... Tutti i numeri della nazionale di Lubiana

NINGBO (Cina) - La Slovenia arriva alla fase finale della Volleyball Nations League 2025 con il profilo di una squadra matura, concreta, solida in ogni fondamentale, ma ancora alla ricerca di quello spunto decisivo che le permetta di imporsi stabilmente tra le grandi del volley internazionale, anche se il successo sulla Francia è un chiaro segnale... 

Dopo le dodici partite nella fase preliminare, il bilancio tecnico è di quelli che raccontano più di quanto possa sembrare a una prima lettura: 695 punti fatti, 705 subiti, quasi una parità perfetta che riflette un cammino fatto di gare combattute, spesso risolte sul filo di pochi scambi, a favore o contro. È una fotografia fedele di una squadra difficile da superare, ma che in alcuni momenti sembra fermarsi a un passo dal compiere il salto definitivo.



Guidata da Fabio Soli (foto), la Slovenia ha confermato la sua identità tattica ben strutturata, poggiata su riferimenti chiari e un gioco organizzato. L’attacco si è sviluppato attorno al braccio di Rok Možič, schiacciatore ricevitore classe 2002 che ha chiuso la fase preliminare come miglior realizzatore della squadra con 158 punti, confermandosi come talento in piena esplosione e già punto fermo del sestetto. Accanto a lui, l'opposto Toncek Štern ha fornito esperienza, solidità e potenza, con 117 punti in 33 set, dimostrando di essere ancora una pedina fondamentale per l’equilibrio offensivo del gruppo. A dare consistenza al centro della rete ci ha pensato Jan Kozamernik, presente nel 93% dei set disputati e autore di 85 punti, molti dei quali arrivati da primo tempo e muro.

Il dato offensivo (Mozic nella foto) complessivo parla di 1232 attacchi totali, trasformati in 549 punti diretti: una percentuale di attacchi vincenti del 44,6% e un’efficienza complessiva del 29,2%. Sono numeri che descrivono una produzione d’attacco solida, frutto di una distribuzione equilibrata e di soluzioni efficaci, ma che lasciano intendere margini di miglioramento, soprattutto nella continuità e nella precisione nei momenti chiave. L’efficienza sotto il 30% suggerisce che, pur costruendo bene, la Slovenia non sempre riesce a concludere con pulizia, aspetto che nei finali di set può fare la differenza contro le grandi squadre.

La seconda linea ha rappresentato una delle certezze del gruppo. La ricezione, pur non brillando in eccellenza, ha mantenuto buoni standard, con un 44% di ricezioni positive e un 38,1% di First Ball Side-Out, cioè la capacità di trasformare subito in punto una ricezione utile. La regia difensiva è passata come sempre dalle mani e dai piedi di Jani Kovačič (foto), presenza solida e affidabile in tutte le fasi del gioco, capace di garantire ordine e copertura in ogni rotazione.

Dal punto di vista del muro, la Slovenia ha realizzato 89 punti diretti (STFs), segno di una presenza concreta nel fondamentale, anche se non dominante. Più che dai muri vincenti, la qualità del lavoro difensivo a rete si misura nella capacità di toccare e rallentare gli attacchi avversari: in questo, la squadra si è comportata bene, con un Block Touch Percentage (T%) del 51,4% e un 42,5% di Good Block Touch (GT%), che indica un’elevata percentuale di tocchi a muro gestibili dal sistema difensivo.

Tra i protagonisti, spicca il centrale Jan Kozamernik (foto) con 30 block points personali, una percentuale di tocco (T%) del 12,2% e una quota elevata di tocchi efficaci (GT%) al 48,2%, confermando il suo ruolo di riferimento nel fondamentale. Bene anche Stalekar con 13 muri punto, mentre è significativo il contributo del posto 4 Možič, autore di 14 muri punto, a conferma del suo impatto anche in fase di break point.

Il muro sloveno, più che un’arma risolutiva (89 block, 7,4 a partita), si è dimostrato una componente solida del sistema difensivo, in grado di rallentare l’offensiva avversaria e creare seconde opportunità. Il margine di miglioramento riguarda più l’efficacia nei momenti chiave che la quantità complessiva di tocchi: trasformare più tocchi in muri punto e ridurre gli errori (che restano alti, con un 32,3% di Block Error) potrebbe essere decisivo nelle fasi finali dei set più equilibrati.

Il servizio è stato per la Slovenia un fondamentale affrontato con decisione e aggressività, ma ancora da affinare nei suoi equilibri. Su un totale di 1004 battute, la squadra ha realizzato 57 ace, corrispondenti a un 5,7% di servizi vincenti. Un valore non sufficiente a rappresentare una reale arma di rottura. Decisamente più pesante il dato degli errori, che ammontano a 186, pari al 18,5% del totale: quasi una battuta su cinque non ha superato la rete o è uscita dal campo, un’incidenza che ha spesso vanificato la pressione cercata sul servizio.
 

A livello individuale, spicca la prestazione di Mujanović (foto), tra i migliori dai nove metri in questa prima fase. Con un 10,8% di ace e un’efficienza del 30,8%, è stato il battitore sloveno più efficace, capace di abbinare pericolosità e continuità.

Nel confronto con gli avversari, la Slovenia ha retto bene sul piano offensivo, con statistiche spesso superiori in efficienza d’attacco e minori errori al servizio. Tuttavia, ha sofferto in ricezione e ha pagato qualcosa nella trasformazione diretta del cambio palla.

In sintesi, la nazionale slovena si conferma una realtà di alto livello, con una base tecnica e mentale ormai consolidata, ma con ancora margini visibili per fare il passo decisivo.