Mondiali | 03 settembre 2025, 01:42

Mondiali F.: Italia in salute nei Quarti, le statistiche lo certificano

Redazione Volleyball.it

Oggi alle 15.30 sfida alla Polonia di Lavarini, diretta Rai2

Tre stelle di un'Italia stellare: Fahr, De Gennaro e Egonu

Tre stelle di un'Italia stellare: Fahr, De Gennaro e Egonu

BANGKOK (Thailandia) - L’Italia femminile ha aperto il suo cammino mondiale con un messaggio chiaro: la squadra c’è, e ha intenzione di arrivare lontano. Quattro vittorie in altrettante partite, tredici set giocati e solo uno lasciato per strada, con un bilancio totale di 248 punti fatti contro 149 subiti. Numeri che raccontano dominio, ma dietro alle cifre c’è molto di più: una squadra in controllo, capace di imporre il proprio ritmo con ordine, forza e intelligenza tattica.

In prima linea, a trascinare l'attacco azzurro, c’è Paola Egonu. L’opposta ha chiuso questa prima fase con 81 punti e una percentuale d’attacco del 54,7%, accompagnata da un’efficienza altissima, pari al 42,7%. Imprendibile nei momenti cruciali, devastante a rete, è stata senza dubbio la punta di diamante del sistema offensivo italiano.

A supportarla, un reparto schiacciatrici giovane ma già maturo: Stella Nervini si è ritagliata un ruolo da protagonista con 40 punti, seguita da Myriam Sylla con 27, confermandosi pedina fondamentale anche in seconda linea. Al centro, Fahr e Danesi hanno garantito non solo punti (rispettivamente 32 e 30), ma anche presenza solida a muro e in fase di transizione.

L’Italia ha chiuso con il 50% di attacchi vincenti e un’efficienza offensiva del 38,5%, numeri che fotografano una squadra non solo potente ma anche lucida nelle scelte. A dirigere l’orchestra, come sempre, Alessia Orro, presente in tutti i set e capace di orchestrare il gioco con precisione. Con 13 punti personali e una distribuzione costantemente variata, ha messo le attaccanti nelle condizioni ideali per colpire.

Il servizio, fin qui, è stato gestito con intelligenza. L’Italia ha messo a segno 16 ace su 316 battute, pari a un’incidenza del 5,1%, con Egonu protagonista assoluta anche dai nove metri, autrice di 5 ace personali. I margini di rischio sono stati tenuti sotto controllo: 25 gli errori totali, ma soprattutto un dato significativo conferma la qualità della battuta azzurra. Più della metà delle battute – il 50,3% – ha prodotto un effetto diretto sull’azione successiva, portando a punto o mettendo l’avversario in difficoltà. Un segnale evidente della pressione costante esercitata sul primo tocco delle rivali.

A muro, l’Italia ha fatto registrare numeri decisamente importanti: 41 block vincenti, ma soprattutto 208 tocchi complessivi, segno di un lavoro costante ed efficace nel rallentare l’attacco avversario. Quasi la metà degli attacchi subiti – il 48,8% – è stata toccata dal muro azzurro, facilitando il lavoro della difesa e spezzando il ritmo offensivo delle rivali. Non solo punti diretti quindi, ma una presenza costante e organizzata che ha inciso in maniera profonda sull’equilibrio delle partite.

In seconda linea, Monica De Gennaro ha confermato il suo status di leader silenziosa ma determinante. Su 55 palloni toccati in difesa, ne ha trasformati in azioni pulite ben 47, con un’impressionante positività  dell’85,5%. Ma non si è trattato solo di quantità: la qualità del suo lavoro è emersa nella capacità di dare continuità al gioco. Il 72,7% delle sue difese ha infatti permesso un attacco successivo, e nel 20% dei casi queste azioni si sono concretizzate in punto, a testimonianza della sua capacità di innescare immediatamente la transizione offensiva. De Gennaro è stata, ancora una volta, l’equilibrio perfetto tra tecnica, lettura del gioco e affidabilità.

La difesa azzurra ha funzionato con una precisione da manuale: 181 palloni salvati su 222 toccati, per una percentuale dell’81,5%. Anche la transizione è stata efficace: il 70,3% delle difese convertite in contrattacco, con il 27,9% di queste chiuse a punto.

Particolarmente impressionante è stato il rendimento dell’Italia nei finali di set. Dopo il ventesimo punto, la squadra ha mantenuto un’efficacia offensiva del 52,5% con una precisione crescente, sintomo di una maturità mentale e tecnica da grande squadra. In quelle fasi, Egonu (16 palloni)  è rimasta la prima opzione, ma anche Fahr (11) e Nervini (13) si sono fatte trovare pronte, mostrando coraggio e concretezza.

Con una prestazione tanto solida in ogni fondamentale – dalla ricezione all’attacco, dal servizio alla difesa – l’Italia ha dimostrato di essere una delle squadre più complete e in forma del torneo. E, cosa forse più importante, ha dato l'impressione di avere ancora margini di crescita. La sensazione è che questa squadra stia solo scaldando i motori.