BANGKOK (Thailandia) – Alla vigilia della semifinale mondiale contro il Brasile, Paola Egonu si racconta con la consapevolezza di chi ha visto crescere sé stessa insieme a una Nazionale ormai matura. Oggi, alle 14.30 italiane, le azzurre sfideranno la selezione verdeoro nella sfida che vale un posto nella finale iridata. Un traguardo che manca all’Italia dal 2018, quando fu argento, e che oggi sembra più vicino che mai, sull’onda di una lunga serie vincente.
"Nella mia testa mi sono sempre considerata la più piccola di questo gruppo, invece non è più così" – confessa Egonu in una bella intervista a Angelo Di Marino inviato de La Stampa – "Siamo molto cresciute in queste due estati e questa consapevolezza parte da come entriamo in campo e da come giochiamo. Sono orgogliosa del percorso che stiamo facendo".
Uno degli aspetti che Paola sottolinea è il cambiamento nel modo in cui si condividono le responsabilità: "Non credo di essere mai stata sola in campo, però una cosa banale che non ho mai fatto in passato è stata quella di condividere quella responsabilità in modo che tutte la sentissero. Ora ne parliamo, si condivide anche quello. Ognuna sa qual è il proprio ruolo con dei paletti ben precisi. Questo aiuta molto di più, non ci sono possibilità di equivoci".
Il riferimento va anche a Monica De Gennaro, sua amica e veterana del gruppo: "Mo' dice che sono maturata, ed è la verità. La Paola che si vede in campo è diversa da quella che conosce la gente o che sta in famiglia o con gli amici. Si fa in fretta a etichettare una persona come fredda, stronza. Ma quello è semplicemente l’aspetto del lavoro che faccio. Mi dispiace, ma in campo non posso essere carina e coccolosa, io devo mettere palloni a terra per fare punti".
Fuori dal campo, però, c’è una parte meno conosciuta dell’opposto azzurro: "La Paola profonda, la Paola che c'è sempre e che magari non tutti hanno la possibilità di conoscere, io sono quella. Non si può essere uguali con tutti".
C'è spazio anche per un pensiero sulla giovane compagna di squadra, Stella Nervini: "La vedevo particolarmente contenta e le ho chiesto il perché. Mi ha risposto che era felicissima, che stava realizzando un sogno e che mai avrebbe potuto immaginare di giocare con noi. Così, dopo tanti anni in Nazionale, hai la conferma che vestire la maglia azzurra è un onore, è bello, un valore che non va dimenticato. Stella è forte, migliorerà, crescerà e diventerà lei il punto di riferimento".
Una generazione nuova che si affianca alle veterane, con un obiettivo comune. "Quando entriamo in campo siamo tutte uguali perché il valore aggiunto delle singole diventa unico. Dobbiamo passare cinque mesi insieme e si deve stare bene tra di noi, altrimenti non ci sarebbe del cuore, non si potrebbe dare il cento per cento. Perché per spingere così tanto in campo devi essere consapevole che la compagna che ti è accanto ti aiuterà, e viceversa".
Alla guida di questa Italia, Julio Velasco, capace di imprimere un cambiamento netto: "Julio lo conoscete da prima di me, non c'è bisogno di dire altro. La capacità che ha avuto è stata quella di mettere ordine e definire certe cose. Questo ha fatto sì che noi potessimo esprimere al meglio le nostre potenzialità".
Paola ripercorre anche i suoi tre Mondiali: "Nel 2018 siamo partite che nessuno credeva potessimo fare risultato e giocarci la finale. È stato un anno magico. Nel 2022 c’era tanta aspettativa, anche da parte nostra, ma nei momenti critici è mancata la lucidità e non c’era quella esperienza che ci poteva aiutare a uscire dalle difficoltà. Ora è totalmente diverso. Più passano gli anni e più hai la fortuna di arrivare alle partite importanti con un’altra consapevolezza, con lucidità, con maturità. E comunque avere accanto giocatrici come Monica De Gennaro è ok, puoi dire ‘sono serena’. C’è lei, ci siamo noi. Questa è la differenza tra questi tre Mondiali".
La voglia di scendere in campo, per Egonu, è un’altra delle chiavi del successo: "Non vediamo l’ora di giocare e buttarla dentro. A me piace allenarmi per curare certi aspetti, continuare a creare quell’alchimia, perfezionare gli automatismi, percepirci, sentirci lì insieme e sentire le stesse emozioni".
Infine, sul Brasile – avversario mai battuto nei Mondiali – la stella azzurra chiude con una battuta: "Sono scaramantica, quindi non dirò niente".