PASAY CITY (Filippine) - L’Italia è di nuovo sul tetto del mondo. Per la seconda edizione consecutiva, come ai tempi d’oro di Julio Velasco nel 1990 e nel 1994 quando poi arrivò anche il terzo titolo, quello di Bebeto in Giappone, in pieno ricambio generazionale: non era più la “generazione dei fenomeni”, ma qualcosa di diverso, una nazionale consapevole.
Ora è l’Italia di Ferdinando De Giorgi, che dopo la sorprendente vittoria di Katowice 2022 bissa il successo iridato nelle Filippine 2025. Un trionfo inatteso, arrivato in un Mondiale cominciato con più dubbi che certezze: il grave infortunio di Lavia, costretto a restare a casa, i problemi fisici di Romanò e Gargiulo a pochi giorni dalla partenza, le scelte tecniche messe in discussione, l’avvio incerto con il successo su Algeria e la sconfitta con il Belgio che costrinse gli azzurri al secondo posto nel girone.
Eppure, come spesso accade, l’Italia sa esaltarsi quando è messa alle strette. Supera l'Ucraina, l’Argentina, ribatte nettamente il Belgio, domina la Polonia in semifinale – proprio quella Polonia battuta tre anni fa nella finale mondiale – e completa l’opera nella finalissima con la Bulgaria.
È un’Italia che cresce giorno dopo giorno, anche in una sorta di “autogestione”: nei time-out è spesso Giannelli a prendere la parola più del CT, ma forse è proprio questa la forza di De Giorgi. Sapere chi ha davanti, gestire un gruppo maturo che sa il fatto suo e lasciarlo libero nei momenti decisivi.
Il successo di Pasay City conferma che l’Italia resterà campione del mondo almeno fino al 2027, cinque anni consecutivi di dominio, in barba alla FiVB che ha voluto ridurre la frequenze del torneo ad ogni due anni. E conferma anche un altro principio: i giovani vanno messi in campo. Lo aveva dimostrato l’Italia nel 2022, lo ha ribadito la Bulgaria di Blengini, argento storico con la squadra più giovane del torneo.
Oggi l’Italia è campione del mondo sia al maschile sia al femminile. Il campionato italiano resta il più competitivo del pianeta e il cuore della pallavolo mondiale batte qui. Forse Fefé De Giorgi potrà finalmente togliersi qualche sassolino dalla scarpa: il suo ciclo azzurro continuerà, e difficilmente qualcuno potrà smuoverlo dalla panchina verso Los Angeles 2028.
Ah, un ultima cosa. Belli due gesti finali di Giannelli. L'ultima palla ad Anzani, se lo meritava dopo per due anni difficili; la maglia di Lavia sul podio.
Di più non si poteva. Bravo.